TartaRugosa ha letto e scritto di: Rosamund Young (2017), La vita segreta delle mucche, Garzanti, Milano

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Venti cose da sapere sulle mucche:

  1. Le mucche si vogliono bene … almeno alcune

  2. Le mucche si fanno da baby sitter l’una con l’altra

  3. Le mucche covano rancore

  4. Le mucche inventano giochi

  5. Le mucche si offendono

  6. Le mucche sanno comunicare con le persone

  7. Le mucche sanno risolvere problemi

  8. Le mucche hanno amicizie che durano una vita

  9. Le mucche hanno preferenze riguardo al cibo

  10. Le mucche possono essere imprevedibili

  11. Le mucche possono essere di buona compagnia

  12. Le mucche possono essere noiose

  13. Le mucche possono essere intelligenti

  14. Le mucche amano la musica

  15. Le mucche sanno essere gentili

  16. Le mucche possono essere aggressive

  17. Le mucche sanno essere affidabili

  18. Le mucche sanno perdonare

  19. Le mucche possono essere ostinate

  20. Le mucche sanno essere sagge

Rosamund scrive di getto le osservazioni raccolte nella sua fattoria inglese di Kite’s Nest e sente il dovere di specificare quanto segue:
Mentre mettevo insieme queste pagine, mi sono ricordata che solitamente i libri sono divisi in capitoli. A dire il vero, per la maggior parte, i miei aneddoti si intrecciano l’uno con l’altro a formare un racconto, il che rende la scansione in capitoli inutile e artificiale. Per guidare il lettore, mi sono quindi limitata a inserire titoletti tra le sezioni.

Già l’albero genealogico delle varie generazioni dei bovini stampato a inizio libro segnala la particolarità della scrittura: una sorta di reportage documentaristico dove le immagini sono sostituite dal racconto di storie di vita sociale delle mucche (e anche altri animali della fattoria).

Infatti un conto è osservare un singolo animale, un conto è poter avere l’occasione di seguirne un certo numero per scoprire che, come l’essere umano (fatte le debite proporzioni), anche “i bovini riescono a trovare lo spazio per dedicarsi ad attività extracurricolari, come fare da baby-sitter alla prole di un’amica, piluccare more, ingaggiare qualche round di lotta con un albero o un mucchio di sabbia, giocare a rincorrersi con un gruppo di giovani o con una volpe, oppure discutere con la figlia del parto imminente”.

Grazie a Carla e Gabriele – che non scordano le mie passioni animalesche -questa specie di diario di campagna mi ha portato decenni addietro, quando bambina scrutavo dalle griglie delle feritoie della stalla gli occhioni delle mucche di zia Augusta, mentre, facendo il giro dell’aia, dalle porte aperte del loro rifugio mi beavo dei larghi posteriori su cui le frustate della coda giungevano ritmicamente a scacciar fastidiose mosche. Quell’amore di ieri si è conservato fino ad oggi, trovando conferma delle mie fantasticherie affettive negli episodi narrati nel testo.

Sostiene Rosamund Young:
Di mucche, come di persone, ce ne sono di tutti i tipi. Possono essere molto intelligenti, oppure un po’ dure di comprendonio; amichevoli, premurose, litigiose, docili, creative, un po’ tonte, orgogliose o timide. In una mandria abbastanza grande sono presenti tutte queste caratteristiche, e da molti anni siamo fermamente convinti che è giusto trattare i nostri animali come individui.

E’ di pochi giorni fa la gita a Fabrosa Soprana (Cuneo) organizzata dall’associazione universitaria Environmental per visitare le grotte di Bossea.

L’episodio più divertente della giornata è stato l’inaspettato blocco stradale che ha spostato la meticolosa programmazione del tour.

Un incidente di vetture?

No, sull’incredibile strada immersa fra boschi, castagneti e torrente, quasi ad unica corsia, c’era solo il nostro pullman.

Una frana?

No, anche se il giorno prima aveva diluviato abbondantemente.

Un controllo della polizia?

Nemmeno, in questi borghi totalmente agresti e abitati da poche anime risulta difficile pensare a eventi criminali.

Sotto il sole radioso che illuminava il foliage autunnale siamo scesi quasi tutti, visto che l’annunciato blocco sarebbe durato una decina di minuti.

E praticamente tutti abbiamo immortalato la causa non preventivata.

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