Essere un corpo, avere un corpo.
Il corpo, il nostro Io, il nostro primo Tu, come scrive Lingiardi, specificando le sue intenzioni nel realizzare quest’opera:
“Ho voluto attraversare il corpo, organo per organo, per costruire una creatura composita e personale, fatta con le mie curiosità, le mie conoscenze, le mie idiosincrasie”.
E l’attraversamento si traduce in una danza leggiadra fra organi, parti, apparati minuziosamente scandagliati non solo dal punto di vista anatomico, fisiologico e patologico, ma impreziositi anche con “immagini-sensazioni-sostanze” suscitate dalle suggestioni di una moltitudine di dettagli mutuati da poesia, letteratura, musica, arte, cinema, mitologia, leggende, ricordi personali che guideranno “lo sguardo dove non guardiamo, ma dove appare il sorprendente e abita lo stupore”.
Da non trascurare inoltre la ricerca storica, antropologica e politica che ha caratterizzato l’evoluzione del corpo nel corso dei secoli, un autentico viaggio nelle sue perenni trasformazioni e percezioni. Un corpo reale e tangibile: ipercontrollato, giudicato, modificato o, viceversa, un corpo destinato a svanire: ripudiato, desiderato diverso nelle disforie di genere, virtualizzato. Un corpo alla ricerca del suo “essere” in tutte le teorie filosofiche e psicologiche generatesi intorno al rapporto tra mente e corpo.
“Il mondo sensoriale inizia a formarsi ancor prima della nascita….Una volta nati, sono le sensazioni fisiche a definire il rapporto con noi stessi e ciò che ci circonda….la nostra esperienza del corpo, inoltre, è influenzata dalle aspettative e dalle esperienze di chi ci ha cresciuto, dalle nostre identificazioni e interiorizzazioni Per questo possiamo dire che il nostro corpo è anche la storia di chi ci ha preceduto”.
Non inganni la poderosa lista elencata nella sezione “Il corpo dettagliato” dove, nell’ordine, si susseguono: cuore, pelle, seno, occhi, naso, lingua, bocca, orecchie, polmoni, stomaco, fegato, intestino, mani, piedi, capelli, utero, genitali, prostata, vescica, reni, protesi, ossa, muscoli, sangue e cervello. Non è la frammentazione a cui oggigiorno ci obbliga la medicina tecnologica e che lo stesso Lingiardi considera come grave limitazione del lavoro di cura:
“A prevalere, oggi, è una medicina iperspecialistica e burocratizzata, dove il corpo intero svanisce per lasciar posto alle singole parti. Ma quando le parti sono curate come separate, quasi non comunicanti e non riunite nella mente del medico, il rischio è perdere di vista il compito della professione: che è curare il malato, non solo la malattia”.
L’intento dell’autore, piuttosto, è di esplorare e farci conoscere quella meraviglia di “laboratorio alchemico capace di apparizioni infinite: è anatomico, fisiopatologico, etnologco, sociale, politico, religioso, artistico, estetico, sensuale, nudo, vestito, danzante, sessuale, giovane,maturo, anziano, piccolo, grande, energico, debole, stanco, malato, sufficientemente sano”.
Solo qualche piccola sosta per assaporare il profumo della sua indagine:
E’ la pelle il confine tra mondo esterno e mondo interno, involucro prezioso che custodisce piccoli tesori e che dai tempi più antichi è stata sempre oggetto d cure cosmetiche (creme, lavande, oli), di atti decorativi (scarificazioni, tatuaggi, body art), ma anche di atti lesionistici nel tentativo di sostituire il dolore fisico a qello mentale.
Non da meno, nel collegare il dentro al fuori, sono gli occhi, organi della consoscenza che possono connettere il visibile all’invisibile, (non per nulla il termine insight da sight=vista è fondamento della comprensione psicoanaltica).
Singolare scoprire che Plinio il Vecchio collocava nelle orecchie la sede della memoria (tirare le orecchie nel giorno del compleanno per ricordare il numero di anni trascorsi, fare l’orecchio alla pagina del libro in lettura per ricordarci dove siamo arrivati).
“Se mangi troppo duole, altrettanto se non mangi affatto”. Parlando dello stomaco si rinforza l’idea che cibarsi, oltre a necessità fisica, è anche dimensione identitaria e socioculturale (anoressia, bulimia, binge eating in campo patologico; persone vegetariane, vegane, grandi digiunatori, fruttariane, crudiste in campo culturale.)
Emblematiche le pagine dedicate all’intestino, “l’organo che dialoga in continuazione col nostro cervello .. fino a diventare ipersensibile, persino irritabile”, sulla cui funzione evacuativa Freud costruisce la fase anale dello sviluppo psichico, dove il neonato mostra particolare interesse per la propria cacca – possibilità di donare oltre che ricevere – creando i presupposti, se a tale fase resta fissato, di conservare un carattere anale (ordine, igiene, controllo, avarizia).
Particolarmente simbolici i capelli: “di sacrificio o di forza, giovinezza o vecchiaia, i capelli sono un veicolo potente di comunicazione sociale”, (capelli lunghi negli anni della contestazione, crani lucidi come effetto della chemioterapia, ciuffi tagliati in segno di solidarietà all’iraniana Masha Amini, uccisa perché non indossava correttamente l’hijab, gli skinheads rossi e anarchici dei quartieri degradati delle città inglesi).
Troviamo l’utero che, da genesi dei sintomi isterici, è attuamente al centro dell’attenzione dell’espressione “utero in affitto” La gestazione per altri è etica? E’ traumatica? Riflette Lingiardi: “La donna e il suo corpo pongono domande a cui nessuna, tantomeno nessuno, può rispondere visceralmente … Viviamo in un’epoca complicata, con corpi contesi tra ideologia e tecnologia. Definire cosa è un corpo, quali sono i suoi confini fisici e tecnici è sempre più difficile”.
Pensiero quest’ultimo, che si affaccia anche alla voce protesi, da considerare come parte integrante di sé grazie anche ai prodigiosi avanzamenti della tecnica: se lenti a contatto, apparecchi acustici, parrucche, dentiere, arti in titanio, valvole cardiache supportano i corrispettivi organi fisici, viene da chiedersi se in tale elenco ormai si possa aggiungere anche lo smartphone come protesi della memoria.
Ultimo, volutamente, è il cervello, direttore d’orchestra di tutti gli strumenti precedentemente considerati: “Laboratorio infinito, pieno di stanze e anfratti, il cervello è un organo del sistema nervoso centrale. Ancora in gran parte misterioso, mette in movimento i muscoli, coordina gli organi, è la sede di pensieri, emozioni, ricordi – e di tanti dolori”.
Corposo: non trovo parola più confacente per definire il nuovo lavoro di Lingiardi. Grazie al suo incredibile assemblaggio dovuto all’applicazione del diffractive reading, è praticamente impossibile resistere e non essere contagiati dal suo stesso entusiasmo:
“Citazioni e bibliografie finiscono per costruire dentro di noi un paesaggio al quale non solo è impossibile sottrarsi, ma in cui è bello naufragare”.
Ritrovare e conoscere il proprio corpo nelle diffuse interazioni testuali di svariate discipline è emozionante, ironico, doloroso, coinvolgente e appassionante.
Un monito alla doppia tendenza in atto nei corpi contemporanei:
“il progressivo svanire, sia come immediatezza nelle relazioni quotidiane sia come tangibilità della corporatura sociale …e la loro crescente presenza sia come oggetti di attenzione continua (estetica o mediatica), sia come teatro di somatizzazioni e disagi”.


