TartaRugosa ha letto e scritto di: Keisuke Matsumoto (2012), Manuale di pulizie di un monaco buddhista. Spazziamo via la polvere e le nubi dell’anima, Antonio Vallardi Editore, Milano (traduzione di Ramona Ponzini)

TartaRugosa ha letto e scritto di:

Keisuke Matsumoto (2012)

Manuale di pulizie di un monaco buddhista

Spazziamo via la polvere e le nubi dell’anima

Antonio Vallardi Editore, Milano

(traduzione di Ramona Ponzini)

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Sul lato del pensiero musicale, nel 2007 la mia grande novità è stato poter essere invitato su Insensatez di Kosmogabri Chickasaw. Ed è al primo posto.

Poi arriva il resto, con mescolanza fra vecchio e nuovo, come si addice al mio status cronologico.

 

Leggendo questo libro ho scoperto qualche mio tratto buddista. Forse.

Non sono una maniaca delle pulizie, però ho ben chiari certi miei comportamenti rispetto ad esse, le cause che li scatenano e gli effetti che ne derivano. Sicuramente Matsumoto mi ha fatto più volte rispecchiare in alcune affermazioni.

Purtroppo sono ancora ben distante dallo Zengosaidan, ovvero “non pentirti di ciò che hai fatto in passato, non preoccuparti per il futuro e dedicati con tutte le tue forze a non avere mai rimpianti”.

Mi riconosco abbastanza in ciò che invece lo scostamento da questa filosofia comporta, come spiega l’autore: “Credo che le persone che vivono nella società contemporanea, sempre così indaffarate, arrivino a casa stanche, lascino i piatti sporchi nel lavandino, i vestiti nel cesto del bucato e poi si addormentino. La mattina seguente, però, si sveglieranno freschi e riposati? Non è più probabile che si sveglino tristi perché salutano il nuovo giorno circondati da tutte le cose lasciate in disordine la sera prima?”

Mmmh …

La casa in disordine effettivamente mi inquieta e la tendenza a non trascurare almeno bagno e cucina con annessi e connessi, più il rifacimento del letto prima di uscire sono senz’altro attività che mi fanno guardare alla giornata con un senso di maggior leggerezza.

Non c’è luogo come il bagno che sveli il vero volto di una casa. … L’acqua è il fondamento della vita. In una casa normale l’acqua si trova in cucina e in bagno. L’acqua entra nel nostro corpo, circola e poi viene espulsa, ritornando alla natura. Le pulizie di cucina e bagno sono basilari nelle pratiche religiose proprio perché siamo coscienti del fatto che sono i luoghi dove scorre l’acqua…. In qualsiasi tempio buddhista il bagno è sempre pulitissimo e davanti alla porta si troveranno le calzature sistemate con cura. Anche il gabinetto trasmette un senso di pulito e questo fa sì che vi si possano espletare le correlate funzioni con animo sereno. Sicchè, chi ha finito di utilizzarlo, dovendo fare in modo di non turbare tale atmosfera a scapito di chi vi entrerà in seguito, si preoccuperà di lasciare tutto pulito e in ordine. 

Ho inoltre dato una spiegazione al perché i vetri sporchi mi turbano e mi danno la sensazione di essere immersa nello sporco:

Il vetro è simbolo di trasparenza e di non attaccamento alle cose terrene. Se nei giorni nuvolosi i vetri delle finestre sono coperti di ditate, anche la nostra anima si rannuvolerà. Nel buddhismo la cosiddetta “giusta visione”, ossia il vedere attraverso il filtro di noi stessi, il nostro io, sconfigge ogni nube e permette di comprendere la vera essenza delle cose. … Le finestre sono, dunque, in qualche modo legate alla giusta visione delle cose e pulirle fino a farle sembrare trasparenti, fino, cioè, a farci dimenticare della loro esistenza, ci permette di vedere dall’altra parte senza renderci conto che c’è qualcosa che ci separa. Puliamole, dunque, fino a far sparire ogni ombra.

Vorrei essere un po’ più monaca, a questo riguardo, e utilizzare le raccomandazioni  sul come effettuare le pulizie del vetro: è essenziale la carta del giornale. Bisogna utilizzare carta di grandezza commisurata a quella del vetro da pulire, imbevuta della giusta quantità di acqua e detergente, e lucidare a fondo. .. Bisogna prima togliere le macchie più evidenti con movimenti verticali e orizzontale, fino a finire la miscela di acqua e detergente .. suggerisco di mescolare aceto e acqua insaponata. 

Nel testo sono parecchie le indicazioni date sia sul come eseguire le pulizie, sia su quali strumenti utilizzare. Sui pavimenti ho ancora molto da imparare:

I pavimenti vengono puliti ogni giorno, indipendentemente dal fatto che siano sporchi. Grazie a questo tipo di pulizie anche il nostro spirito si manterrà lucente…. Lucidare i pavimenti tutti i giorni vi permette di capire cosa significa realmente pulire la vostra anima. Una stanza sporca e in disordine è segno che anche il vostro spirito è sporco e in disordine.

Però mi consola verificare che sul “come lucidare i pavimenti” sono abbastanza a buon punto:

Per prima cosa bisogna passare la scopa e togliere la polvere, poi si prendono un secchio colmo d’acqua, uno straccio ben strizzato e si pulisce a fondo. Non sono necessari detergenti né stracci per asciugare. Poiché uno straccio ben strizzato trattiene l’acqua, una volta passato sul pavimento quest’ultimo si asciugherà da sé. .. Quando lucidiamo un pavimento non distraiamoci e concentriamoci su ciò che stiamo facendo, con naturalezza ci troveremo faccia a faccia con la nostra anima.

Ecco, guardando anche l’illustrazione dove si vede il monaco diligentemente a carponi che strofina il pavimento, debbo dire che io pure assumo quella posa, a dispetto di tutti gli elettrodomestici in commercio da me giudicati non all’altezza dell’antico olio di gomito, accompagnato dalla modernità di un panno in microfibre che un’amica mi ha suggerito e che, immerso e strizzato nell’acqua bollente, effettivamente ti fa rispecchiare nelle piastrelle.

Comunque l’insegnamento è impari: i monaci vivono nel tempio e non hanno tre gatti che girano per casa, oltre a TartaRugoso.

Sullo stirare temo non ci siano possibilità di recupero:

Anche noi monaci indossiamo l’abito monacale dopo averlo stirato. Così facendo il nostro spirito sarà ben curato e in armonia con il nostro vestiario. Le grinze, inoltre, rimandano la mente alla vecchiaia, sebbene ci siano monaci che continuano a svolgere in maniera ineccepibile le proprie attività anche a ottanta o novant’anni, in perfetta salute. … Stirare è l’attività ideale per chi vuole mantenere giovane il proprio spirito.

Si sente che l’autore è ancora nell’età in cui si pensa che le grinze possano essere ripassate facilmente come con il ferro da stiro!

Molti sono i suggerimenti pratici per chi si voglia avvicinare a meditazioni filosofiche e spirituali attraverso il fare le pulizie.

Chissà se riuscirò prima o poi ad arrivare alla seguente conquista:

Ogni cosa sta dove deve stare. Può sembrare ovvio, ma se si applica concretamente questo principio, non si correrà più il rischio di imbattersi in qualcosa fuori posto. Quando dobbiamo utilizzare un oggetto lo prendiamo dal luogo dove è collocato, ma una volta usato lo rimettiamo dov’era. … Sentire la voce delle cose. Lo spirito non va mai tenuto in una condizione di trascuratezza. Se usate le cose con cura, inizierete a sentire bisbigli all’orecchio dello spirito e sarete in grado di udire la loro stessa voce. Al contempo, è necessario conoscere a fondo lo spazio di sistemazione, ossia la stanza va percepita come se fosse una parte del nostro corpo e va pulita ripetutamente giorno dopo giorno. Capire l’essenza degli oggetti e avere dimestichezza con lo spazio in cui si trovano, ci permetterà di capire dove gli stessi oggetti vogliano essere riposti. E non dimenticate che tutti possono raggiungere questo stato mentale.

Nel mio spazio di solito i bisbigli non sono quelli delle cose, anzi sarebbe più corretto non definire bisbigli le esclamazioni ad alta voce su dove esse dovrebbero trovarsi  e su dove diavolo siano invece sparite.

Tuttavia lo spazio di sistemazione lo conosco proprio bene, considerato che anche nel disordine la maggior parte delle volte alla fine le cose si trovano!

In ogni caso nulla da obiettare sulla serenità dell’ordine. Non so se corrisponda a un ordine spirituale. Per quello che mi conosco, il mettere ordine è un esercizio che svolgo quando ho finalmente terminato qualche compito gravoso che teneva impegnata la mente. Una volta finito l’onere mentale, è quasi automatico che segua analogamente un’operazione di riordino dello spazio fisico.

Temo però che questo sia il processo inverso di ciò che predica la filosofia buddista.

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