CORVUS 2020: l’intervista senza precedenti, di TartaRugosa ai tempi del Covid-19, 23 marzo 2020

In psicologia, un metodo per sviluppare empatia (o anche per far fronte a vissuti
conflittuali di natura fisica, psichica, relazionale, emotiva) si basa sull’assumere la
prospettiva dell’oggetto con cui ci si sente in difficoltà (immaginare come l’altro
viva la situazione, cosa sente, cosa pensa). Metodo tra l’altro utilizzato anche
nella scrittura creativa, quando si raccontano i fatti della storia sulla base
dell’opinione di un certo protagonista.
Solo un mese fa, io e L. siamo state sfiorate dall’idea di frequentare un ciclo di
incontri di scrittura calendarizzati nella giornata di sabato, giorno libero per
entrambe.
Poi è successo quello che è successo e adesso i giorni liberi sono tanti.
Per cui tengo fede al mio proposito di riempire in modo proficuo le ore quotidiane,
cercando pure di tenere a bada momenti di ansia, immaginando (sia pur
faticosamente) di esorcizzare sentimenti pessimistici attraverso l’utilizzo del punto
di vista del soggetto più chiacchierato del momento.

Corvus 2020: l’intervista senza precedenti

Antefatto
C’è un grande fermento a Viruslandia. Da poche ore infatti è rientrato Corvus, il
primo virus del nuovo millennio che ha realizzato con successo il temuto salto di
specie. Avendo girato il mondo in lungo e in largo, si è dichiarato pronto per uno
scoop sensazionale: interloquire con l’umano per svelare il segreto della sua
notorietà.
Ecco che cosa ci ha raccontato.
Perchè il nome Corvus?
E’ il nome in codice che dobbiamo scegliere per contraddistinguere ogni missione
speciale. Corvus mi è stato ispirato dal corvo. Lei sa che la nostra diffusione è in
larga parte anche nelle specie animali e abbiamo appurato che i corvi sono molto
opportunisti, longevi e intelligenti nel sapersi procacciare il sostentamento.
Come funziona il vostro ordinamento gerarchico a Viruslandia?
Il mio popolo non ha come voi una stratificazione sociale complessa, regolata in
base a concetti di superiorità o inferiorità: noi siamo esseri aventi lo stesso diritto
egualitario di crescere e moltiplicarci.
L’organizzazione è molto semplice. Il gruppo più folto è quello dei Pacifici, che
confidano sui loro Sostenitori  (quelli che voi chiamate le Vittime) e conducono un’esistenza relativamente serena,
tant’è vero che a volte nemmeno ci si accorge di loro.
La nostra forza è data dai mentori, ovvero i Reduci. E’ grazie a loro che il nostro
popolo riceve un’istruzione accurata, concentrata in tre uniche materie: la Storia,la Scienza e la Comunicazione.
Gli elementi di base vengono recepiti da tutti, ma i mentori, nel trasmettere la loro
saggezza, selezionano tra gli allievi gli Innovatori, ai quali viene affidato il
compito, per l’appunto, di monitorare costantemente le condizioni ambientali più
idonee per la propria sopravvivenza e suggerire le strategie più semplici da
adottare nel caso sopraggiungessero stravolgimenti inaspettati. I Reduci sono i
depositari sia di imprese ben riuscite, sia di catastrofi che hanno rischiato più volte
il nostro annientamento.
Come dicevo, la nostra indole è pacifica, tuttavia anche a noi capita talvolta di
sbagliare tattica e di suscitare pertanto nel nostro Sostenitore reazioni di dura
rappresaglia.
Sappiamo, la Storia ce lo ha insegnato, che nei nostri rapporti con l’umano
abbiamo subito varie disfatte a causa di elementi tossici appositamente formulati
per metterci a tacere ed è diventato pertanto fondamentale istruire neo-scienziati
per aggirare l’ostacolo.
I Reduci hanno molto a cuore le nuove leve di virus che migliorano il nostro
assetto sociale. Sa, i Pacifici, in quanto tali, non gradiscono i cambiamenti, si
accontentano del loro status, col tempo si impigriscono e portano l’intera
Viruslandia ad appiattirsi e a dimenticare il gusto della sfida di nuove scoperte.
Sia ben chiaro, non è che poiché la nostra organizzazione sociale è semplice, i
nostri caratteri siano indefiniti.
Tutt’altro. Gli Innovatori sono quelli che voi chiamereste disadattati: polemici,
ostili, provocatori, litigiosi. Non è casuale che i Reduci li riescano ad individuare
immediatamente e ad investire sulla loro educazione. I tratti di personalità
vengono ritenuti importanti per la voglia di innovare, sovvertire un po’ le regole,
esplorare nuove frontiere, ma naturalmente occorre smussare i loro aspetti meno
piacevoli che si manifestano nella convivenza sociale.
Personalmente posso farmi da portavoce per tutti gli altri della categoria: la scuola
dei Reduci in qualche modo corrisponde a quella che chiamate casa di
correzione. Con grande pazienza, ma anche molta severità educativa, i nostri
mentori ci mostrano le modificazioni evolutive che ci permettono di popolare il
pianeta in misura assai superiore alla vostra. Inoltre, come superstiti alle grandi
tragedie incontrate nei nostri incontri con l’umanità, al termine del ciclo di studi ci
utilizzano per predisporre piani strategici da vagliare poi in un Grande Consiglio
che nominerà i lavori ritenuti migliori.
Ogni Innovatore sa che se porterà a casa un risultato discreto, sarà riconosciuto
come eroe della comunità. Non aspiriamo a premi di potere, ricchezza, prestigio:
per noi è sufficiente scoprire nuove opportunità per migliorare la nostra qualità di
vita.
Veniamo un po’ all’ultima impresa …

Come spiegavo, gli Innovatori disprezzano il pericolo e, nei lunghi anni di studio,
fanno della loro arroganza una prova di coraggio. Dopo essere stati bistrattati
dalla grande famiglia dei Pacifici, finalmente possono ripagare la fiducia posta nei
loro confronti dai Reduci con azioni di valore inestimabile.
Quando mi è stato comunicato dal Reduce Anziano che mi avrebbero affidato
una missione pericolosa, ne sono stato profondamente onorato, un po’ come per
alcuni della vostra Specie: immolarsi per il bene della patria, come per i vostri
kamikaze, è la massima aspirazione di ogni virus.
Per predisporre il progetto del salto ho ripreso per lungo tempo il ripasso dei
capitoli fondanti di Storia relativi ai nostri precedenti successi e su cui i Reduci
insistono fino a farceli imparare a menadito: spagnola, asiatica, aviaria, suina,
sars, tanto per citare le imprese più recenti.
Quello che ho ben interiorizzato è che occorre essere predisposti ai viaggi e
proprio da qui sono partito per pianificare un percorso. Alcuni elementi facilitanti ci
erano già stati passati: non bisogna né stare fermi, né prendersela comoda, né
manifestare comportamenti belligeranti.
Ho sempre sognato di varcare i confini di Viruslandia e scoprire le bellezze del
mondo. In questo voi ci avete insegnato moltissimo, ma un conto è studiare la
teoria, tutt’altro impatto invece è sperimentare direttamente la conoscenza della
diversità.
In questa missione ho goduto di scenari incredibili, di usanze di cui avevo sentito
qualche racconto, ma sicuramente impossibili da immaginare.
Vede, in questo pure abbiamo dei punti di contatto: spostarsi per voi è essenziale,
e non solo per divertimento. Noi abbiamo bisogno di qualcuno che ci accolga e ci
porti con loro, altrimenti diventerebbe davvero complicato superare le frontiere;
tenga conto che il salto di specie implica una sorta di salto nel buio. Per questo
abbiamo delle solide basi scientifiche per verificare man mano le soglie tollerabili.
Però avete scelto persone la cui età e condizioni fisiche non consentono grandi
spostamenti….
Ha ragione. Infatti uno dei motivi del mio rientro è proprio legato alla necessità di
registrare le curve delle età e del sesso e paragonarle tra i vari Paesi, perché, ma
questo già lo sapete, nei vostri territori sussistono parecchie disparità. Mi era
arrivato il messaggio che la vita media dell’umano è in aumento in parecchie zone
del mondo e questo è stato un indicatore che mi ha stimolato a scegliere una
categoria che già si era mostrata forte nel corso del tempo.
Nel materiale che ho raccolto, ho però segnalato che ci sono lacune nella nostra
materia di Scienze e quindi dobbiamo aggiornarla – un po’ come fate voi con
Wikipedia – perché l’età dell’anziano non è predittivo di vittoria.

Guardi che anche per noi è una tragedia la morte del nostro Sostenitore: se
muore lui, moriamo anche noi.
In questo evidentemente sono stato lungimirante, perché ho predisposto la nostra
moltiplicazione prevedendo che ogni soggetto potesse regalarci a 2,5 soggetti
diversi. Ma, e mi scusi se sono un po’ narcisista, la mia intelligenza ha fatto sì che
man mano che i nuovi virus si sviluppavano, migrassero con un insegnamento
fondamentale: cercare luoghi molto affollati e lasciar perdere anziani soli.
Per noi la Comunicazione è essenziale. Certo ammetto che sono stato anche un
po’ fortunato: sapesse quante persone avrei scartato in base all’età e le ho poi
invece ritrovate su navi ospitanti più di tremilacinquecento passeggeri; agli stadi
per assistere alle competizioni sportive; ai centri di ritrovo a giocare a carte, a
ballare; negli aeroporti e sui treni; nei cinema e nei teatri… Chi avrebbe mai
immaginato che in questo loro lodevole attivismo nascondessero nel corpo difese
molto basse. Abbiamo avuto anche noi parecchi decessi.
Però con i giovani e i bambini siete stati generosi
Guardi, per noi la generosità non esiste. Noi dobbiamo solo aumentare di numero.
Evidentemente giovani e bambini sono i Sostenitori ottimali ed è questo il
messaggio che cerco di trasmettere, sperando che i neovirus mi diano ascolto.
I veri Sostenitori sono proprio quelli che ci aiutano nel nostro processo di
moltiplicazione. Gli adolescenti, nelle loro manifestazioni, sono un po’ come i
nostri Innovatori prima della rieducazione: un po’ ribelli e menefreghisti, con tanta
energia e desiderosi di nuove avventure. Alcuni di loro ci sono stati proprio di
aiuto, anche se non posso fare a meno di mandare un ringraziamento a chi,
nonostante il pericolo, ha sfidato la sorte è si è spostato, trasportandoci in zone di
potenziale sviluppo.
Si ritiene un vincitore?
No, assolutamente. Già abbiamo visto che alcune parti del mondo sono diventate
off limits. Nel momento in cui voi non vi incontrate più, per noi è un’ecatombe.
Ecco perché una delle nostre parole chiave è Velocità: prima arriviamo in spazi in
cui esistono contatti di prossimità, più possibilità avremo di resistere ancora per un
po’.
Ma anche voi state imparando a comunicare quasi bene quanto noi.
Prima o poi quindi finiremo il nostro ciclo. Vede, il mio rientro a Viruslandia è
strategico. Ora che ho capito quali sono i mutamenti necessari, posso già da qui
inviare i compagni Innovatori a colpo sicuro sui nuovi Sostenitori.
Ultimamente ho infatti scoperto che ci sono parti del mondo in cui gli umani non
conoscono e non hanno i mezzi per tenerci a bada. Quindi, per concludere,
sicuramente questa missione terminerà, ma sarà necessario ancora del tempo.
Allora si ritene uno sconfitto?

No. Se lo ricorda cosa le ho detto all’inizio? Noi abbiamo i nostri Reduci che
lavorano incessantemente. Il mondo non finirà per noi, come non finirà per voi.
Avremo tutti un bel da fare dopo il nostro passaggio, ma questo è sempre stato il
nostro scopo esistenziale. E il tempo ce lo ha sempre dimostrato. Quando meno
uno se lo aspetta, noi arriviamo.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.